08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
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Gesù sepolto in India Leggenda buddista in stile Indiana Jones
TORINO. Alla fiera del libro arriva Holger Kersten, forte di quattro milioni di copie vendute A Sringar, capitale del Kashmir, pellegrini di tutte le fedi sulla «tomba di Yuz Asaf». Scoperti testi sacri e incisioni antiche della crocifissione


Sono stati scritti almeno centomila libri sulla vita di Gesù, ma il
mistero rimane. Disse Albert Schweitzer: «Il cristianesimo moderno deve
essere sempre pronto a confrontarsi con la possibilità che la figura
storica di Gesù venga svelata».
Sull'esistenza di Gesù non vi sono
dubbi, anche se le testimonianze — a prescindere dai vangeli canonici e
apocrifi — sono pochissime (vedi articolo in basso). Solo gli
evangelisti tramandano notizie della sua vita, dei suoi miracoli e
messaggi. Ma cosa c'è di storico? Ernst Käsemann, studioso di Tubinga
del Nuovo Testamento, ha scritto: «È disarmante quanto poco possa essere
considerato autentico. Tutto quello che può essere attribuito con buon
grado di certezza al vero Gesù storico sono alcune parole del Sermone
della Montagna, alcune parabole, il confronto con i farisei, e altre
frasi sparse».
Abbondano gli «storici» pronti ad avventurarsi su un
terreno che da 2.000 anni sfida le intelligenze migliori, ma anche
quelle così-così. L'ultimo è, stile Indiana Jones, Holger Kersten nel
suo libro [FIRMA]La vita di Gesù in India (Verdechiaro Edizioni, 148
pagine, 20 euro), presentato dall'autore al salone del libro di Torino
con la seguente autopubblicità: «La verità sulla sacra sindone». Bum. La
tesi: Cristo non morì sulla croce. Riuscì a sopravvivere e si rifugiò
in India, dove c'è la sua tomba.
Il dato di fatto è che a Srinagar,
capitale del Kashmir indiano, c'è un edificio conosciuto da tempi
immemorabili come «la tomba di Gesù» (vedi il riquadro a destra).
Nessuno ha mai accertato se, nel presunto sacello, ci siano resti umani.
Ma la leggenda dice così. L'autore ha indagato; da dilettante, ma
appassionato. Voleva aprire la «tomba», racconta, ma i fedeli del sito
gliel'hanno impedito. La sua passione per i tema inizia nel 1979, auando
prese l'aereo per Bombay. Proseguì in treno e in autobus sino ai piedi
dell'Himalaya, a Dharamsala, sede del Dalai Lama, guida dei buddisti
tibetani in esilio, dal quale ottenne una presentazione per il monastero
di Hemis, al fine di consultarvi antichi manoscritti. Seppe che non
esistevano più. C'era solo un vecchio diario del XIX secolo in cui si
ricorda che furono mostrati ad alcuni missionari cristiani. Dopo il loro
racconto sulla morte di Cristo i monaci buddisti esclamarono: «Era
lui!» L'incarnazione di Padmassambhava, il Prezioso Maestro. All'epoca
di Cristo il messaggio di Budda era noto in Siria, Egitto e Grecia.
Forse idee buddiste si erano diffuse anche in Giudea e Galilea. Due
secoli prima era nato «un movimento mistico fra gli ebrei di Alessandria
e di Palestina», riferisce Kersten. «In Egitto questi mistici erano
chiamati Terapeuti; i loro fratelli spirituali in Palestina erano noti
come Esseni e Nazareni», parola che non deriverebbe da Nazareth, ma
dall'aramaico nazar: osservare, osservante. La parola Therapeut
significa «uno che amministra». Erano dei guaritori e la loro comunità,
alla periferia di Alessandria, era stata influenzata dai monaci buddisti
da cui avevano assimilato alcune regole: non mangiavano carne, vivevano
poveramente in comunità, spruzzavano la testa con latte e acqua dopo la
confessione dei peccati. Terapeuti ed Esseni avevano in comune alcuni
di questi riti e stili di vita.
L'ipotesi che Gesù avesse conosciuto
il buddismo attraverso gli Esseni o i Terapeuti non è nuova. Holger
Kersten ritiene prova del soggiorno indiano di Gesù il nono volume dei
Purana, datato fra il terzo e il settimo secolo d.C. Il testo narra come
gli Israeliti raggiunsero l'India e Shalivahana, potente re dei Shaka,
sul trono nel 50 d.C., vide nelle montagne degli Huma un uomo di
bell'aspetto. «Aveva un corpo bianco e portava abiti bianchi». Alla
domanda chi fosse, rispose: «Sappi che io sono Ishaputra», in sanscrito
Figlio di Dio, «nato da una vergine, portatore degli insegnamenti ai
barbari. Dopo la purificazione dello spirito e aver ripulito il corpo
impuro, e aver cercato rifugio nelle preghiere del Naigama, l'uomo
arriverà ad adorare l'Eterno». Il re, udite quelle parole, si inchinò.
Nel Kashmir, secondo Kersten, vi sono altre tracce di Gesù. In una
pietra si legge: «In questo tempio Yuz Asaf annunciò la sua missione
profetica / Egli è Gesù, profeta dei figli d'Israele». Mullah Abidin
nella Storia del Kashmir (1413), tramandò: «Yuz Asaf venne dalla Terra
Santa fino a questa valle e annunciò di essere un profeta. Fu un
perfetto esempio di pietà e di virtù». Yuz Asaf deriva da Budasaf,
facilmente riconoscibile come Bodhisattva: «essere illuminato». 



Attilio Mazza

Fonte










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